Risorsa: traduzione
Fonte: Critica della ragion pura, 1a edizione, Prefazione
Autore: Immanuel Kant
Traduttore: Martino Sacchi
La ragione umana, in una delle sue specifiche forme, va incontro a un destino particolare: è tormentata da domande che non può respingere, perché le sono imposte dalla sua stessa natura , ma che non può neanche risolvere, perché superano le sue capacità.
La ragione si trova in questa difficoltà senza alcuna colpa da parte sua. Essa infatti prende le mossa da principi il cui uso nell’esperienza è inevitabile e che l’esperienza stessa conferma ampiamente. Procedendo in questo modo, come la sua natura la porta a fare, la ragione sale sempre più in alto verso condizioni sempre più lontane. A un certo punto si rende conto che il suo lavoro rimarrà sempre incompleto perché le domande non finiranno mai. Pertanto, è costretta a rifugiarsi in principi che vanno oltre ogni possibile utilizzo nell’esperienza, ma che sembrano così plausibili che persino il buon senso comune è d’accordo con essi. Ciò però getta la ragione nell’oscurità e nelle contraddizioni, dalle quali riesce a dedurre che devono esserci errori nascosti in qualche luogo: ma non può scoprirli, perché i principi che usa, essendo al di là dei confini di ogni esperienza, non riconoscono più l’esperienza come criterio di verità. Il campo di battaglia di questi interminabili contenziosi è chiamato metafisica.